Grazie della precisazione sul tuo sito, Roberto.
La trovo onesta e corretta.
Metto qui tre link che mi sembrano ben significativi su alcune discussioni sull'argomento, relative ai primi mesi del 2009.
Rileggerle, e sapere che sono passati ormai due anni da allora, può innescare una qualche riflessione, e comunque nelle partecipazioni di opinione ci sono spunti ancora oggi interessanti, anche per non riscrivere le medesime cose.
viewtopic.php?f=146&t=6669&st=0&sk=t&sd=aviewtopic.php?f=66&t=6681&st=0&sk=t&sd=aviewtopic.php?f=32&t=6645&st=0&sk=t&sd=aL'impressione, comunque, che ben più di qualcosa si stia muovendo nel settore è corretta, e la crisi ha accelerato movimenti e modificato schemi di filiera che apparivano consolidati.
E' interessante capire se, al di là di pulsioni momentanee, gli operatori numericamente più rilevanti, cioè gli installatori, suddivisi in una miriade di sottosettori e di interessi diversi, abbiano una percezione chiara di quello che è, ma soprattutto sarà, il loro ruolo e il loro spazio di mercato in futuro nel comparto della sicurezza.
Quello che si legge nei post di 2 anni fa è praticamente identico al "sentiment" di oggi, ma intanto è passato tempo e il mercato ha fatto delle "svirgole" anche violente per gli operatori.
E dunque?
Nel mio quotidiano rapporto con gli installatori di aree geografiche diverse avverto di tutto: da chi è graniticamente sulle proprie posizioni, convintissimo di avere il coltello dalla parte del manico e che nulla cambierà, a chi disperato si vede portar via da sotto il naso contratti ed impianti sia di fascia alta, per fondati motivi, sia di fascia medio-bassa, per altri altrettanto fondati motivi.
Tra i due estremi atteggiamenti c'è una serie pressochè infinita di opinioni diverse.
Il problema è sempre quello: l'errore di pensare che la propria situazione individuale e localistica rispecchi la realtà dell'intero mercato nazionale.
Mi chiedo se gli installatori facciano abitualmente nella propria impresa, grande o piccola che sia, delle analisi oggettive del proprio operato immerso in una realtà di mercato rapidamente mutevole, per prevenire problemi e per mettere in campo mutamenti preventivi alla propria struttura con anticipo rispetto al momento nel quale il problema si presenta concretamente.
L'ho detto più di una volta qui nel forum: la carenza non è nella capacità tecnologica, anche se le reti stanno ponendo seri problemi alla massa degli installatori "classici", bensì nella capacità di impostare un marketing coerente, e un altrettanto incisivo aumento nelle abilità e nelle capacità commerciali e di vendita.
Senza queste la tecnica, essenziale ma non sufficiente, serve a ben poco e rimane un bell'elemento autoreferenziale sul quale crogiolarsi, ma non genera business oltre a quello quotidiano, se e quando c'è.
Di rapporto di conoscenza oggettiva dei movimenti di altre realtà che di quel business fanno il proprio obiettivo centrale ce n'è molto poco, con in più la tendenza a minimizzare fenomeni o a snobbarli, ma è solo dalla conoscenza e dal capire come possano avere successo che deriva la strategia per opporvisi o per contrastarli.
Il mio post minaccia di farsi lunghissimo, quindi lo tronco qui, ma seguirò con piacere le opinioni e le azioni che spero di vedere concrete e numerose.
Ciao a tutti